INVESTIGAZIONI AZIENDALI ROMA

Diverse tipologie di minacce possono danneggiare il patrimonio di una società, che sia esso scientifico, tecnologico o economico, tangibile e intangibile. A tal fine, l’investigazione aziendale riguarda un’attività d’indagine che punta alla tutela del valore d’impresa, a fronte della richiesta del titolare d’azienda, del legale rappresentante o enti giuridici, anche in sede giudiziaria. La verifica della veridicità delle informazioni fornite da candidati all’assunzione, dipendenti, soci, fornitori, rappresentanti ed esterni consente di sanare situazioni di natura pregiudizievole al buon andamento di una azienda. Parallelamente l’Agenzia FM – Investigazioni offre i propri servizi in difesa delle compagnie assicurative contro quei comportamenti fraudolenti che tendono a conseguire, oppure ad aumentare, l’incasso di un rimborso da parte della stessa agenzia. Si incastrano a queste tipologie di indagini anche quelle di carattere informatico e tecnologico per la prevenzione di furti di informazioni e dati aziendali. 

Le indagini condotte dall’Agenzia FM – Investigazioni prevedono l’impiego di professionisti e strumentazione tecnologica all’avanguardia al fine di raccogliere prove documentali e testimoniali che evidenzino inconfutabilmente l’illecito a danno del nostro cliente, materiale da utilizzare anche in fase stragiudiziale o giudiziale.

Investigazioni in ambito aziendale

Non è inusuale riscontrare una sopravvalutazione delle reali competenze dichiarate dai candidati all’assunzione, supportate da certificazioni false o contraffate anche pubblicizzate sui maggiori social media. Allontanare ogni sospetto di alterazione delle informazioni rese è un adeguato supporto ai responsabili delle risorse umane. Valutare l’idoneità di un candidato alla luce delle reali competenze professionali non ha un valore meramente strategico ma evita sgraditi ritorni in termini d’immagine.

Investigazioni per concorrenza

L’obbligo di assistenza materiale nascente dal matrimonio non si estingue con la separazione e non si sospende neppure in corso di causa di separazione, ma si concretizza con la corresponsione dell’assegno di mantenimento. Questo, così come stabilito dall’art.156 del codice civile, è una forma di contribuzione economica consistente, in caso di separazione tra coniugi. Nella stessa misura in cui continua a sussistere, in caso di separazione, l’obbligo all’assistenza materiale tra coniugi, permane l’obbligo dei genitori di contribuire al mantenimento, all’educazione e all’istruzione dei figli. Si presentano quindi due situazioni: il versamento di un assegno per il mantenimento a favore del coniuge e/o a favore dei figli.

Un imprenditore, per tutelare il patrimonio e l’attività della propria azienda, può stipulare con i propri dipendenti un patto di non concorrenza, strumento disciplinato dall’articolo 2125 del Codice Civile, grazie al quale egli può tutelarsi dai comportamenti scorretti dei quali essi potrebbero macchiarsi anche dopo la cessazione del rapporto di lavoro. Potrebbe accadere, infatti, che un lavoratore dipendente, una volta interrotto il rapporto con l’azienda, utilizzi le competenze acquisite e i processi di lavorazione appresi nel corso dell’attività lavorativa, per aprirne una propria o per lavorare presso un’altra impresa in concorrenza con quella del precedente datore di lavoro.

Il patto di non concorrenza, quindi, viene stipulato proprio al fine di evitare situazioni conflittuali mediante una disciplina in grado di regolare gli interessi in gioco. Tuttavia, non sempre vengono rispettati, causando potenziali danni economici di rilevante portata per l’ex datore. Nel caso in cui un imprenditore sospetti la violazione di un patto di non concorrenza stipulato con un ex dipendente, l’Agenzia FM – Investigazioni verifica se lo stesso sia stato rispettato e, nel caso, vi sia un sospetto di violazione del medesimo, interviene per individuare il trasgressore e per porre fine alla perpetuazione della condotta sleale.

Altre indagini

Il recupero crediti è l’attività svolta con lo scopo di ottenere da parte del debitore il pagamento (totale o parziale) di un credito. Esistono due possibilità di recupero crediti: quella in via stragiudiziale e quella in via giudiziale. A tale fine, l’Agenzia FM – Investigazioni svolge:

Indagini tese al rintraccio dell’attuale domicilio e della residenza del debitore, alla verifica dell’effettiva reperibilità in loco ed al rintraccio di contatti telefonici dello stesso. Elementi utili anche all’invio di lettera di diffida di pagamento da parte di uno studio legale e/o altri interventi stragiudiziali conciliativi.

  • Indagini tese al rintraccio dell’attuale domicilio e della residenza del debitore, alla verifica dell’effettiva reperibilità in loco ed al rintraccio di contatti telefonici dello stesso. Elementi utili anche all’invio di lettera di diffida di pagamento da parte di uno studio legale e/o altri interventi stragiudiziali conciliativi.

L’indagine viene svolta nel rispetto delle normative vigenti, l’esito dell’investigazione è producibile in sede giudiziaria.

Non cercate di ImprovvisarVi esattori perché potreste peggiorare la situazione. L’Agenzia FM – Investigazioni, grazie all’esperienza maturata in anni di professione, è in grado di valutare, di comune accordo con il Cliente, la strategia di recupero più opportuna, analizzando i dati raccolti riguardo la solvibilità del debitore, la sua reale volontà e la possibilità di pagare. In relazione a quest’ultima verrà redatto un efficace piano di rientro, che permetta al Cliente di essere soddisfatto nel più breve tempo possibile.

Certificazione di inesigibilità per la “deducibilità delle perdite su crediti”

In caso di esito negativo dell’attività di recupero del credito, l’Agenzia FM – Investigazioni può certificare l’inesigibilità dello stesso: una relazione finale d’intervento, conforme alle normative vigenti, che attesti l’attività esercitata unitamente alle motivazioni che l’hanno resa infruttuosa. Tale attestazione potrà essere considerata un adeguato elemento di prova a fini fiscali, consentendo alle aziende la defiscalizzazione dei crediti inesigibili che diversamente sarebbero identificati come reddito imponibile.

La normativa – Il Testo Unico delle imposte sui redditi (TUIR – art. 101, comma 5°), l’Agenzia delle Entrate (Circolare n. 26/E del 01.08.2013) hanno fissato i criteri legali che deve possedere un credito perché possa essere considerato inesigibile e fiscalmente deducibile, disponendo che l’inesigibilità del credito debba essere comprovata dal preventivo accertamento definitivo dello stato di incapienza del debitore documentato da “elementi certi e precisi”. La predetta Circolare ha stabilito che la relazione circostanziata rilasciata da un’agenzia di recupero crediti legalmente autorizzata possa essere ritenuta un elemento valido a supporto della deducibilità fiscale del credito, a condizione che venga adeguatamente documentata la definitiva impossibilità del debitore a far fronte alle proprie obbligazioni.